Breve storia dell’auto più famosa d’America
Il progettista dalla Corvette, Harley Earl, non poteva entrare nella sua creazione. Era troppo alto e la sua testa sporgeva dal corto parabrezza piegato. La Corvette, infatti, come la nave da guerra da cui prendeva il nome – la corvetta, appunto – era piuttosto piccola, bassa e molto veloce. Era stata disegnata come un incrocio tra le classiche auto americane e le Jaguar e Alfa Romeo che Earl aveva visto in Europa.
All’epoca il mercato delle auto sportive a due posti era dominato da automobili come la Nash-Healey del 1951, disegnata da Pininfarina: auto molto costose, fuori dalle possibilità di buona parte della classe media. La General Motors, tramite Chevrolet (la sua divisione auto sportive), decise di controbattere con lo stesso stile all’europea, ma ad un prezzo molto più basso. Il risultato fu un’auto decapottabile e con linee molto più sinuose e moderne rispetto agli altri modelli dell’epoca. La Corvette venne presentata per la prima volta nel 1953 e messa in produzione pochi mesi dopo. Nel 1953 vennero prodotte in tutto 300 Corvette, una per una e senza processi di catena di montaggio.
La Corvette ebbe quasi immediatamente un grande successo. Costava tremila dollari, circa la metà rispetto ad auto come la Nash-Healey. Risparmiando diverse migliaia di dollari, chi acquistava una Corvette otteneva un’auto dal design innovativo, praticamente unico, delle prestazioni eccezionali e con una tecnologia all’avanguardia.
La Corvette del 1953 fu la prima automobile ad avere le sospensioni anteriori e parti in fibra di carbonio. Anche nei modelli successivi la Corvette rimase sempre un’automobile all’avanguardia su cui venivano inseriti componenti o innovazioni che poi sarebbero state adottate anche da altre vetture. Quella del 1957 fu la prima automobile ad avere un sistema di alimentazione a iniezione, mentre i modelli successivi furono i primi a introdurre innovazioni come i freni a disco e l’antifurto elettronico.
Il successo
Buona parte del successo della Corvette si può spiegare con il fatto che fin dall’inizio fu un’ottima macchina con un prezzo abbordabile. Con qualche sacrificio, poteva essere acquistata da quasi tutti gli americani. Per i giovani, soprattutto la generazione nata durante o subito dopo la guerra, i cosiddetti baby boomers, la Corvette era un’auto da sogno, ma si trattava di un sogno che spesso, con qualche risparmio, poteva essere realizzato.
La Corvette è apparsa moltissime volte nella cultura popolare. Il momento di massimo successo per la Corvette, a metà degli anni ’60, coincise con le sue prime apparizioni in canzoni e serie TV molto popolari. Come ad esempio la canzone dei Beach Boys Shut Down del 1963, che celebra la Corvette Sting Ray. Dal 1960 al 1964 andò in onda sulla CBS la serie Route 66, nella quale i protagonisti viaggiavano per gli Stati Uniti a bordo di una Corvette.
In realtà le apparizioni della Corvette in film e serie TV, tra cui i Simpson, sono numerosissime – in questo sito potete trovare l’elenco completo. Il fenomeno della Corvette si è poi sviluppato negli anni tramite numerosi raduni di appassionati in giro per gli Stati Uniti. Il “culto” della Corvette viene celebrato in diversi musei, tra cui quello ufficiale, il National Corvette Museum.
Nonostante il suo successo sia continuato anche dopo gli anni ’60 e ’70, la Corvette ha finito col rimanere legata ad una generazione in particolare. Così, dopo essere stata per lungo tempo l’auto dei giovani in cerca di avventure, con il passare del tempo l’età media dei suoi proprietari si è alzata. Oggi quasi il 90 per cento dei proprietari di Corvette ha più di 49 anni.
Fonte Il Post
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