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martedì 6 agosto 2013

Un anno di Curiosity su Marte

Il 6 agosto 2012, esattamente un anno fa, il robot automatico (rover) Curiosity della Nasa atterrò su Marte: la fase di atterraggio, realizzata con una tecnica sperimentale, fu seguita in diretta in tutto il mondo. L’atterraggio di Curiosity, che è grande più o meno come una Mini e pesa circa 900 chilogrammi, anticipò di una ventina di giorni i suoi primi passi, che furono accolti con grande entusiasmo dai tecnici della NASA.
Nel corso dell’ultimo anno Curiosity ha fatto molte cose: ha scattato fotografie molto belle, ha anche raccolto campioni di suolo marziano e alcuni di questi hanno rivelato la presenza di diversi composti chimici, da tracce di acqua e zolfo a sostanze contenenti cloro. Una delle sue scoperte più riprese dalla stampa internazionale, e anche più importante per i risultati finali della missione, è stata quella comunicata dalla NASA il 13 marzo 2013: dall’analisi di un campione di roccia raccolto da Curiosity i ricercatori della NASA sono arrivati alla conclusione che in tempi remoti su Marte ci fossero condizioni favorevoli a ospitare qualche forma di vita, sotto forma di microorganismi.
Curiosity deve fare ancora molte cose oltre a quelle che ha già fatto, dice il New York Times. Deve ancora percorrere poco più di sette chilometri per raggiungere i piedi del Monte Sharp, una montagna di quasi 5500 metri chiamata così in onore di Robert Sharp, importante geologo esperto di Marte. Curiosity impiegherà otto o nove mesi, visto che la sua velocità non gli permette di fare più di 100 metri al giorno. Il Monte Sharp ha una rilevanza particolare per la NASA: alcune immagini provenienti dall’orbita indicano la presenza di minerali argillosi alla base della montagna, che si sarebbero formati grazie ad acqua con Ph neutro. Le rocce di Sharp potrebbero quindi fornire ulteriori elementi sulle possibilità della presenza di vita su Marte.
Secondo la NASA Curiosity ha già fatto più di un chilometro e mezzo, ha scattato più di 36.700 foto e ha sparato circa 75mila colpi di laser per analizzare le rocce di Marte. Anche l’uso del raggio laser è stato seguito con attenzione dai tecnici della NASA. Il laser fu usato per la prima volta il 20 agosto 2012: l’operazione durò appena dieci secondi, durante i quali la roccia fu esposta a 30 impulsi della durata di cinque miliardesimi di secondo ciascuno, con una potenza pari a un milione di watt. L’energia sviluppata eccitò gli atomi della roccia producendo scintille, la cui luce fu analizzata dagli strumenti di Curiosity per scoprire quali fossero i suoi elementi costitutivi. Questa tecnica fu poi usata molte altre volte da Curiosity.
La missione di Curiosity su Marte, che è costata circa 2,5 miliardi di dollari, è stata pensata e progettata per durare due anni, anche se potrebbe essere prolungata nel tempo. Finora sembra che più o meno tutto abbia funzionato al meglio, ma un intoppo però c’è stato: alla fine di febbraio un difetto della memoria del computer di Curiosity ha messo fuori gioco il rover per circa due settimane. Commentando il problema, John Grotzinger, capo progetto della missione Curiosity, ha detto: «Questo, alla fine, ci ricorda in maniera molto sobria che Curiosity ha un periodo di vita non infinito».
foto: Curiosity su Marte, il 9 luglio 2013 (Nasa.gov)
 
Fonte Il Post
 

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